Gonadotropine, funzioni e disordini

Gonadotropine, funzioni e disordini

Il dosaggio della Gonadotropina Corionica Umana, eseguito sulle urine o sul sangue, viene utilizzato come test di gravidanza. Questa gonadotropina viene inoltre somministrata in campo sportivo per riattivare la produzione testicolare di testosterone (per esempio dopo aver assunto steroidi anabolizzanti a dosi elevate). Gli esiti dei risultati degli esami della gonadotropine possono aiutare il clinico a distinguere, tra le donne, un’insufficienza ovarica primaria, ovvero https://kathleenshop.com/sermorelin-2-mg-peptide-sciences-un/ provocata da cause intrinseche da un’insufficienza ovarica secondaria, cioè dovuta a disfuzioni dell’ipotalamo o dell’ipofisi.

Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista. Utilizziamo il prezzo variabile per garantire i nostri servizi a più pazienti e per retribuire adeguatamente i nostri medici. No, il prezzo non è legato alla qualità della visita né all’esperienza del professionista.

Gonadotropina Corionica Umana: produzione durante la gravidanza

In ambito medico, le gonadotropine vengono utilizzate in trattamenti di fecondazione assistita per stimolare la crescita follicolare e l’ovulazione, e aumentare le possibilità di gravidanza. Vengono somministrate sotto forma di iniezioni sottocutanee e il dosaggio e la durata del trattamento vengono personalizzati in base alle caratteristiche di ogni paziente e approfondite con lo specialista in fertilità. In gravidanza, la sintesi dalla gonadotropina corionica umana inizia nel momento in cui si verifica l’annidamento dell’ovulo fecondato nell’utero, vale a dire una settimana circa dopo il concepimento (evento che si verifica, invece, entro 24 ore dall’ovulazione).

Regolazione Ormonale della Fase Follicolare

Come detto, le gonadotropine servono a regolare l’attività riproduttiva delle ovaie e dei testicoli e stimolano la produzione di estrogeni e progesterone. Nella donna, l’ormone follicolo stimolante induce lo sviluppo dei follicoli ovarici. Quando la donna è in età fertile, in occasione del ciclo mestruale, ogni 28 giorni circa, matura un follicolo ovarico che produce estrogeni, gli ormoni che regolano la fecondità femminile.

Una volta secreti, LH e FSH sono trasportati dal sangue sino alle cellule bersaglio, dove ad attenderli vi sono specifici recettori di membrana. Interagendo con essi, innescano una serie di eventi biochimici e metabolici che si differenziano a seconda dell’organo interessato. Stimola la produzione di testosterone da parte delle cellule interstiziali del testicolo (dette cellule di Leydig).

  • Il testosterone riduce la frequenza della pulsatilità dell’LH (probabilmente attraverso un’azione diretta sulla secrezione di LHRH) ed è convertito in molti tessuti, tra cui l’encefalo, in estradiolo, che inibisce a sua volta la sensibilità dell’ipofisi all’LHRH.
  • Pertanto, un rapporto sessuale non protetto avvenuto anche 3 o 4 giorni prima dell’ovulazione può portare alla fecondazione.
  • La sigla HCG che viene utilizzata per indicare la gonadotropina corionica umana deriva dall’inglese “Human Chorionic Gonadotropin” e, talvolta, viene utilizzato il sinonimo coriogonadotropina umana.
  • La gonadotropina corionica umana viene prodotta dalle cellule pre-embrionali (sinciziotrofoblasto) che daranno poi origine alla placenta, subito dopo l’impianto nell’utero dell’ovulo fecondato.
  • L’attività dell’adenoipofisi è controllata dall’ipotalamo, situato nel cervello, mediante sostanze ormonali come il peptide GnRH (gonadotropin-releasing hormone), che favorisce il rilascio di gonadotropine.
  • Negli uomini castrati la somministrazione di testosterone, di solito, comporta una soppressione dei livelli di LH e meno frequentemente riduce quelli di FSH (che comunque si mantengono su valori ancora dosabili).

A concentrazioni basse di Fsh e Lh è, al contrario, associata la disfunzione ovarica secondaria. Questa gonadotropina favorisce, nell’uomo, la spermatogenesi, quel processo che porta alla formazione e maturazione degli spermatozoi. Il prezzo massimo per ogni prestazione è calcolato sempre con l’obiettivo di mantenere accessibili le nostre prestazioni. Concentrazioni ormonali ridotte, invece, possono essere dovute a patologie dell’ipotalamo o dell’ipofisi. Da notare che il calo di HCG nel sangue materno si verifica in contemporanea con l’aumento di produzione – sempre a livello placentare – di progesterone. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico.

Come il nome stesso suggerisce, le gonadotropine sono ormoni in grado di regolare l’attività delle gonadi o, più semplicemente, le funzioni degli organi riproduttivi maschili e femminili. Per quanto riguarda gli uomini, l’ormone follicolo stimolante induce il processo che porta allo sviluppo degli spermatozoi, mentre Lh stimola il testosterone. L’ormone follicolo stimolante permette lo sviluppo e la produzione degli spermatozoi negli uomini e la maturazione degli ovuli nelle donne (durante la fase follicolare del ciclo ovarico). Nella valutazione dell’insufficienza gonadica associata a bassi livelli di testosterone nell’uomo o a bassi livelli di estradiolo nella donna la determinazione delle gonadotropine aiuta a distinguere l’ipogonadismo primitivo da quello centrale (secondario, ipogonadotropo). Concentrazioni elevate di gonadotropine sono indicative di un’insufficienza gonadica primitiva; livelli bassi o normali suggeriscono una patologia ipotalamica o ipofisaria.

Secrete dall’ipofisi sono l’ormone follicolostimolante (FSH), l’ormone luteinizzante (LH) e l’ormone luteotropico o prolattina (LTH). È controllata dall’ipotalamo attraverso la secrezione di GnRH e dai livelli ematici di androgeni ed estrogeni, in modo tale da assicurare la produzione adeguata di ormoni sessuali. Sono identiche sia nei maschi che nelle femmine; l’interazione con specifici recettori nei testicoli e nelle ovaie ne differenzia gli effetti nei due sessi. Le gonadotropine sono un gruppo di ormoni prodotti dall’ipofisi, una piccola ghiandola situata alla base del cervello. Questi ormoni svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione della funzione riproduttiva, sia negli uomini che nelle donne. Il loro nome deriva dal fatto che agiscono sulle gonadi, ovvero le ovaie nelle donne e i testicoli negli uomini, stimolandone l’attività.

Gli agonisti noradrenergici sembrano facilitare la secrezione di LHRH, mentre gli oppioidi endogeni la inibiscono. L’LHRH stimola la produzione e la secrezione di LH e FSH attraverso un interazione con i recettori ipofisari ad alta affinità. L’LHRH e le gonadotropine compaiono nel feto verso la decima settimana di gestazione. Nei primi tre mesi dopo la nascita l’LHRH provoca un vivace aumento delle gonadotropine. Con l’inizio della pubertà aumenta la sensibilità all’LHRH e compare, inizialmente durante il sonno, la secrezione pulsatile di LH.

La gonadotropina corionica umana viene prodotta dalle cellule pre-embrionali (sinciziotrofoblasto) che daranno poi origine alla placenta, subito dopo l’impianto nell’utero dell’ovulo fecondato. Le gonadotropine vengono impiegate sia nella cura dell’ipogonadismo maschile, nel ritardo puberale, sia nell’infertilità femminile associata ad assenza di ovulazione o ad insufficienza della fase luteinica. Capire il loro ruolo e le loro funzioni è importante per comprendere i meccanismi alla base della fertilità e per affrontare i problemi legati all’infertilità. In ambito medico, le gonadotropine rappresentano uno strumento prezioso per aiutare le coppie a realizzare il loro sogno di diventare genitori. Quando i livelli di questi ormoni sono insufficienti o squilibrati, possono insorgere problemi di fertilità sia negli uomini che nelle donne.